Se stiamo a guardare una breve rassegna pubblicitaria
fatta in questi giorni, forse la risposta sarebbe NO.
ESSELUNGA
propone, tramite volantino, la spesa con meno di 15 euro su 20 articoli per una
spesa completa e quotidiana, LIDL
invece ritira il premio “Retailer of the Year” promosso da Kiki Lab a Milano il
19 novembre e, sul proprio sito, parlando del nuovo riconoscimento
ricevuto, si definisce “il nuovo supermercato n. 1 in Italia”.
Fa riflettere la risposta che Luca Burgazzoli, PR e Marketing Lidl Italia, dopo aver ritirato il
premio Retailer of the year 2013, ha dato durante l’intervista con RetailWatch,
durante la provocazione di approfondire il passaggio da discount a supermercato
“E’ un grosso riconoscimento che ci viene
direttamente dai clienti che fanno la spesa nei nostri negozi. Non so cosa vuol
dire discount oggi, ma so bene cosa vuol dire Lidl Italia. Noi abbiamo tre
parole da spendere: qualità, freschezza, italianità. A cui aggiungiamo
convenienza, che avevamo anche nel passato. Se la domanda è: ci sentiamo un
discount? Nei prezzi certamente si. E ci sentiamo Lidl Italia”.
La domanda sorge spontanea: oggi ha ancora senso segmentare ed interrogarsi sul mercato della distribuzione moderna secondo lo schema discount-supermercato-ipermercato?
Lo chiediamo a Franco
Carpani di Forward, che da oltre 20 anni lavora a stretto contatto con i
maggiori retails nazionali e internazionali.
“L’elemento
fondamentale è la situazione di prolungata crisi che ha di fatto provocato un
profondo cambiamento nel comportamento d’acquisto del consumatore sia nelle
modalità di utilizzo delle varie forme di punto di vendita, ma soprattutto
nella capacità e/o disponibilità di spesa.
Il fatto che una
grande catena della grande distribuzione quale ESSELUNGA abbia promosso una
comunicazione come: “Esselunga per la convenienza – una spesa completa a meno
di 15 euro” sta ad indicare che anche realtà che da sempre hanno avuto
un’attenzione particolare ed un elemento di distintività puntando sulla qualità
del proprio assortimento ed in particolare nei reparti freschi, si pongono il problema
di rispondere alle esigenze non tanto dei consumatori che erano già totalmente
o parzialmente frequentanti i “discount” ma di dare una soluzione di
convenienza a tutti quelli che per ragioni strettamente economiche si trovano
“obbligati” a trovare in questi articoli la risposta ai loro bisogni.
Probabilmente il
prossimo futuro vedrà iniziative di marketing “meno puriste” (che a volte
potrebbero sembrare errate) e più pragmatiche perlomeno fintanto che non ci
sarà realmente quella ripresa che girando l’angolo ancora non si vede.
E’ interessante
registrare il fenomeno per cui quelli che erano, fino ad oggi, definiti
“discount” si stiano riposizionando con soluzioni più simili ai supermercati
fino a decidere di chiamarsi effettivamente supermercati (basta vedere il sito
della Lidl e il ringraziamento scritto da Lidl ai suoi clienti per aver vinto
il premio "Retailer of the Year 2013" promosso da Kikilab) e
supermercati “obbligati” a fare scelte da “discount”: nulla si crea, nulla si
distrugge tutto si trasforma”.