2014/09/17

"La VOLONTA' di cambiare..."

Riflessione, forse amara, (scrive Franco Carpani dal suo profilo di Facebook) forse perché l'estate sta finendo senza mai essere iniziata veramente.
Alcuni personaggi molto famosi e incisivi nella costruzione di frasi "Twitter" in senso positivo in questi giorni hanno scritto:
"...negli anni '60 tutto doveva essere inventato o reinventato. Anche oggi è così."
"... Oggi solo chi cambia le regole del gioco può sopravvivere alle turbolenze del mercato ...."
" Essere giovani e non essere rivoluzionari è una contraddizione biologica.."
Qualche tempo fa (circa 700 anni) una attualissima (ingeneroso accostamento da chi peraltro poco tempo ha dedicato allo studio di cotante belle scene di scrittura), frase recita: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che' la dritta via era smarrita".
Quale miglior sintesi, quale esaltante capacità, con poche parole, di rappresentare la realtà che noi stiamo percorrendo?
Qualche altro esimio affermava che il livello di intelligenza si misura con la capacità di cambiare...
Credo che il più delle volte non sia in discussione la capacità di produrre cambiamento bensì la VOLONTÀ' concreta di determinare un vero cambiamento.
Come i tempi di una volta non torneranno più, e forse è meglio così perché hanno rappresentato il superamento di precedenti eventi drammatici ed ancora oggi non completamente elaborati e pericolosamente latenti, come quindi c'è bisogno di cambiamento e di cambiare le regole del gioco che però il vincitore di turno od anche lo stesso perdente fingono di voler cambiare perché nulla cambi.
Per un reale cambiamento bisogna effettivamente intraprendere un vero percorso RIVOLUZIONARIO che cambi alle fondamenta le regole del gioco e ritrovi "LA RETTA VIA".
Evocare attentati alla costituzione, assurgersi ad unico difensore della patria e dei suoi valori portanti e sopratutto formulare progetti deboli per la paura di incidere in un vero e rivoluzionario cambiamento certamente non stimolerà i giovani a liberarsi dalle paludate e ingessate architetture dell'attuale agir politico ed economico.
Noi non dobbiamo avere la presunzione di lasciare qualcosa ai giovani ma dobbiamo avere il coraggio di lasciare ai giovani tutto lo spazio, le energie e le risorse a far si che loro progettino il loro futuro e facciano rivoluzione delle nostre regole del gioco e delle nostre visioni e previsioni sul futuro.
Purtroppo la riflessione non può avere una conclusione lineare e quindi a lieto fine perché in diversi casi (forse anche in molti) a quei giovani a cui è stata data una opportunità per gestire un cambiamento e questo e' stato ipotizzato con i vecchi schemi ha difatti disatteso le aspettative.
Solo se sapremo superare il nostro orologio biologico che ci pone oltre il mezzo del cammin... riflettendo da giovani sapremo con loro rivoluzionare il mondo, viceversa nella selva oscura si ritroveranno insieme giovani innocenti e padri colpevoli del fatto di non hanno avuto la "VOLONTÀ" di cambiare.


Francesco Buo risponde: Grande Franco! Fare il cambiamento e non solo proclamarlo vuol dire mettere prima di tutto in discussione se stessi e non mettere solo in discussione gli altri. Come disse Einstein non si può cambiare se si fanno sempre le stesse cose. Il mio compianto docente Ferraresi Franco diceva che nessun politico può essere rivoluzionario perché una vera rivoluzione minerebbe anche la sua posizione. Ribadisco ancora una volta il mio amore per il dubbio, quello costruttivo non quello per non decidere, come ci ricorda Brecht, che consente di ascoltare la voce degli altri senza preconcetti. Essere giovani dentro e non fare i giovani per capire i giovani e lasciarli veramente essere agenti del cambiamento regalando loro le nostre esperienze e non imponendole come pilastri di verità assoluta... Mi fermo e invito a leggere con attenzione il tuo pensiero... A mettere in pratica queste cose e usciremo " a riveder le stelle".

2014/09/09

Forno di Marengo: la storia di Michela e Gregorio

E’ un lavoro che parte dalla notte dei tempi e per molti italiani (e non solo) guai a mettersi in tavola senza poter accompagnare i propri piatti con un pezzetto di… pane.

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Michela e Gregorio che hanno unito la loro esperienza lavorativa e hanno fatto della loro passione un lavoro.

I loro prodotti si chiamano Forno di Marengo e la loro attività sorge nell’area dove, nel 1800 Napoleone Bonaparte scacciò al di là del fiume Bormida l’esercito austriaco.

Non a caso il pane e i grissini di Michela e Gregorio si chiamano appunto… Forno di Marengo.

La loro attività nasce nel 2010 e in quattro anni il duo di Marengo ha portato la ditta a un fatturato aumentato del 200%.

Abbiamo iniziato rilevando un forno non troppo grande, in centro ad Alessandria. Al tempo riuscivamo anche a gestire il negozio per la rivendita diretta del pane. Poi gli ordini sono aumentati così tanto che abbiamo dovuto utilizzare il banco e l’area adibita alla vendita del pane come deposito per il pane richiesto dai nuovi clienti.” racconta Michela “Alla fine abbiamo optato per spostarci, investire in un capannone con più forni e dedicare la nostra attività solo ed esclusivamente alla distribuzione esterna. Il merito di questo risultato è anche da attribuire a Marco Gallia, il nostro commercialista, che ci ha aiutato a gestire al meglio la nostra attività”.

A fine aprile 2010 l’acquisto del piccolo forno con un pacchetto clienti, ad agosto 2013 il trasferimento in un’area di 350 mq a Spinetta Marengo (in provincia di Alessandria), l’acquisto di tre forni che producono 120 kg di pane al giorno, in 5 fornate (dove il pane più grosso cuoce un’ora e le pagnotte in 15 minuti).

Siamo passati da 10 aziende a 60 a cui forniamo pane, grissini, lingue, pizza, focaccia” racconta Gregorio “lavoriamo 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno e produciamo in media dai 5 ai 6 quintali di pane al giorno, con picchi di 11/12 quintali il sabato. Con noi collaborano altre otto persone, in settimana il lavoro inizia alle 21.00 circa e finisce alle 9.00 del giorno dopo (al sabato invece incomincia alle 17.00) con la consegna dei prodotti Forno di Marengo ai nostri clienti”.


   
Il loro punto di forza: investire sulla qualità.

Il nostro pane viene preparato con materiale di qualità” puntualizza Michela “un esempio? La farina tipo 00 la paghiamo dai 40 ai 50 centesimo al kg. Quella che costa di meno non la compriamo perché sappiamo a priori che il pane non sarà buono”. E il consiglio per comprare un pane all’acqua di buona qualità deve avere ”un costo che varia tra i 2,89 euro al kg a 3,50 euro” afferma Michela.

Tra gli obiettivi futuri cercare nuovi clienti al di fuori della provincia di Alessandria, nella limitrofa Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e, come sogno nel cassetto, c’è anche l’export.

Michela e Gregorio si definisco degli artigiani anche perché forse pochi sanno che ancora oggi, nel 2014, nonostante l’aiuto di alcune impastatrici, il pane è un alimento che si fa ancora a mano, non ci sono macchine che danno forma a mafalde, carciofi, rosette, ecc.
Ora non rimane che assaporare un buon panino, mentre la crosta scricchiola in bocca e la mollica morbida invade i nostri sensi.

Info: Forno di Marengo, via Ardizzona 16, Spinetta Marengo (AL) - michelapatti@msn.com
http://www.panificio-patti-michela-alessandria.it/

2014/09/04

Protein-Vit5 sarà presentata al Sana di Bologna. Il primo gelato per tutti


Da Luigi Graziosi, maestro gelatiere, patron di Gelati Graziosi, azienda giovane e dinamica,  nasce Protein-Vit 5, la formula testata e brevettata per la base di gelati naturali con proteine idrolizzate di pisello e fibra di acacia. 


Gli ingredienti che la compongono non contengono glutine e sostituiscono completamente i mono e di-gliceridi degli acidi grassi presenti in tutte le formulazioni standard. Non solo, con Protein-Vit 5, non essendo necessaria la cottura, si mantengono inalterate le proprietà nutrizionali dei frutti e delle verdure che vanno a comporre i vari gelati.

Il risultato  Vice  l’unico gelato prebiotico e nutraceutico con frutta e verdura biologica, senza traccia di grassi animali, senza glutine, buono, sano e cremoso , adatto  anche per vegani, celiaci, intolleranti. 

Un gelato sempre fresco che segue la stagionalità degli ortaggi e della frutta, perfetto nell’ambito di una dieta sana, nutriente ed equilibrata e che può essere preparato anche a casa propria.

Luigi Graziosi, con una lunga tradizione di maestro gelataio, noto nel settore per la formulazione di prodotti unici, per la sua profonda conoscenza delle materie prime e dei processi tecnologici, ha saputo affinare nel tempo l’arte del gelato conservando ricette storiche e innovando con gusti inconsueti, mantenendo sempre uno sguardo attento ai cambiamenti.

Oggi, ad una società in crisi, ma sempre più protesa verso una ricerca di benessere psicofisico e sempre più interessata a prodotti naturali e salutistici, Luigi Graziosi propone Vice il gelato che oltre ad essere gustato in gelateria, può essere fatto in casa, semplicemente, rapidamente, anche senza gelatiera, seguendo delle gustose ricette al kiwi, alla pesca, alla pera, ai frutti di bosco, mescolati con le verdure. Un gelato non solo buono, un gelato salutare che può sostituire un pasto e fornire vitamine. 

2014/09/01

Dottorato in Diritto dei Mercati Europei e Globali


La Forward, su indicazione di Alimenservice, trasmette il bando per l'ammissione al Dottorato in Diritto dei Mercati Europei e Globali, bandito dall'Università della Tuscia, con scadenza 15 settembre 2014.



Come è chiarito nella scheda, il Dottorato ha per oggetto questioni largamente proprie della disciplina dei mercati agro-alimentari.
La partecipazione al dottorato potrebbe pertanto risultare di interesse per i giovani studiosi del diritto alimentare.

 

2014/08/11

Il CONSUMATORE al centro di tutto

Il consumatore è cambiato, oggi è più attento e informato. 

Forward da 25 anni ha messo il consumatore al centro delle proprie ricerche.



Segue studio attraverso la partecipazione di Forward a eventi dove, il protagonista era uno solo: IL CONSUMATORE.

Buona lettura: LA NUOVA FIGURA DEL CONSUMATORE

Si ringraziano: CDV Conferenze Management, B2axioma, www.web-rese@rch.it, Luigi Rubinelli Retail Watch, Romolo De Camillis Nielsen, Celia Delahalle Groupe Yves Rocher.

2014/07/23

Benedetto Caramanna di Sales Line: "cacciatore di teste"

Avete mai pensato di presentarvi per un colloquio di “alto livello”?

Forward sì e ha inviato una sua collaboratrice a confrontarsi con 
Benedetto Caramanna, Managing Director at Sales Line, società di consulenza in area Human Resources con focus nel Recruitment sia in Italia che all’Estero, Assessment e Development.
 
"Incuriosito ho visitato il sito www.salesline.it" afferma Franco Carpani Ceo di Forward "e ho scoperto che questa azienda milanese seleziona i migliori professionisti in tutte le aree funzionali con un particolare focus all’area Commerciale & Marketing attraverso ricerca diretta (headhunting) in tutti i settori".
 
Attualmente opera nei seguenti ambiti: Sales, Marketing & Retail -Engineering & Manufacturing - Settore farmaceutico - Finance, Legal, Procurement & HR - Supply Chain & Logistic - Digital Economy & ICT.
 
La prima domanda che pone il Dott Caramanna alla collaboratrice di Forward è la seguente:
  
Qual è la motivazione che l’ha spinta a fare questo colloquio con me? 
Un po’ confusa, la collaboratrice di Forward cerca di rispondere sorridendo, anche se in realtà la sua tensione è alta. Poi però lo stesso Caramanna, dalla parlata fluida e cadenzata, riesce a creare la giusta atmosfera per permettere alla caditata che ha di fronte di stare a suo agio e quindi il colloquio prosegue in maniera serena, ricco di spunti e di punti di incontro.
 
A questo punto direi che ognuno può riprendere i propri ruoli e partiamo con l'intervista vera e propria da parte di Forward.
 
Come e quando nasce Sales Line?
"Sales Line nasce a giugno del 2008, costituita da me e da un bel team affiatato di esperti di selezione, formazione e sviluppo" afferma Caramanna.
 
Quanti candidati avete conosciuto in questo 2014 e quanti hanno trovato lavoro grazie a voi?
Bella domanda, a caldo non saprei rispondere, un numero molto elevato certamente.
 
Quali sono le lauree più richieste? E le lingue straniere?
Sicuramente la Laurea in Economia e Commercio e le lauree in Ingegneria; in Italia abbiamo grande fame di profili tecnici. Relativamente alle lingue certamente l’inglese è un must (ed ahimè il livello medio non è così elevato), poi il tedesco (abbiamo un grande interscambio commerciale con la Germania); da qualche anno il cinese inizia ad essere presente nei cv.
 
In Italia la formazione è ancora competitiva a livello europeo o mondiale?
Purtroppo la risposta è negativa; il nostro vero tallone d’Achille è proprio la formazione sia quella “istituzionale” (scuola, università) che quella aziendale; parlando della formazione in azienda siamo indietro rispetto ai partner europei (basti pensare al gap drammatico con i paesi scandinavi). Uno spunto di riflessione è l’affacciarsi dell’e-learning nei percorsi di training aziendale; questo nuovo approccio, opportunamente gestito, può aiutarci a ridurre il gap con i paesi più avanzati e consentirci modalità nuove di formazione continua
 
L’ultima persona che ha avuto un colloquio con lei per quale ruolo è stata chiamata?
Export Area Manager; ultimamente sono i profili maggiormente richiesti, grazie ad una politica commerciale delle aziende italiane che mira alla conquista dei mercati esteri, sia Europei che dei paesi emergenti dell’area BRICS.
 
Com’è la vostra politica di selezione interna?
Il nostro approccio è rigoroso e professionale; siamo attenti sia alle esigenze del cliente che a quelle del candidato; il nostro codice etico ci impone rispetto per tutti. Passando invece agli aspetti più operativi, l’approccio che ci caratterizza è l’headhunting, ossia la ricerca diretta per tutti i profili; infatti dalla nostra esperienza i migliori candidati vanno “cacciati”.
 
Potrebbe dare un consiglio a chi volesse mettersi in contatto con voi?
Il modo migliore è iscriversi alla nostra banca dati alla pagina del sito www.salesline.it/candidati 
 
Come si redige un Curriculum Vitae perfetto?
Una domanda da 1000 dollari, battute a parte è assai complesso scrivere un buon cv; ne ho analizzati tanti che potrei scrivere un libro. Diciamo che un buon curriculum deve subito evidenziare i punti di forza del candidato ed essere sintetico; i cv chilometrici denotano spesso idee confuse e percorsi professionali molto deboli. Però rispondo con una provocazione; più che a redigere un buon cv, il candidato dovrebbe pensare a costruire un solido percorso professionale che gli permetta di essere “appettibile” sul mercato del lavoro. Suggerisco ai ragazzi di fare esperienza all’estero ed imparare le lingue, almeno un paio.
 
Qual è quella marcia in più che permette a un candidato di essere scelto rispetto agli altri?
La grinta! Esatto, la grinta, la motivazione, la voglia di fare, di esplorare “territori” nuovi e raggiungere traguardi importanti è quello che fa la differenza. Ed anche qui una raccomandazione ai giovani candidati: “Osate di più”... e ponetevi traguardi ambiziosi.
 
Se lei dovesse presentarsi per un colloquio, quali sarebbe i suoi punti di forza? Ma soprattutto si presenterebbe a un colloquio sapendo di non avere tutti i requisiti richiesti?
Certamente il mio principale punto di forza è proprio la grinta e la voglia di raggiungere traguardi importanti! Rispondo all’ultima domanda dicendo che se sono consapevole di avere i requisiti più importanti certamente SI.
 
"Anche in questo caso emergono le verità di sempre: grinta, voglia di fare, volare alto con obiettivi razionali, sapere e voglia di scoprire" conclude Franco Carpani.  

2014/07/07

Il Ce.I.R.S.A. consiglia "L'alimentazione sicura in gravidanza"

Allerte e allarmismi ogni giorno dominano i media e, rivolgendoci a un pubblico prettamente femminile, è facile domandarsi sempre più a quali credere sì oppure no.



La domanda di ognuno di noi è: “Come posso tutelare me, la mia famiglia, i miei figli?”.

Attraverso il proprio blog, Forward ha deciso di analizzare alcuni temi scottanti, partendo proprio dagli albori della nostra vita ovvero dalla “nascita”.

In questo articolo non parleremo di nessuna allerta in particolare ma analizzeremo un argomento che prima o poi, nel corso della nostra vita, tutte le donne affrontano: la gravidanza.

Per parlarne abbiamo preso spunto da un opuscolo creato dal Ce.I.R.S.A. (Centro Interdipartimentale Ricerca e documentazione Sicurezza Alimentare), intitolato “Alimentazione sicura in gravidanza”.

“La gravidanza rappresenta un’esperienza positiva nella vita delle donne. Per viverla con serenità è importante anche una corretta alimentazione: l’organismo deve far fronte non solo ai fabbisogni nutritivi della donna ma anche alle regolare crescita del feto; inoltre i cambiamenti ormonali influiscono sul sistema immunitario aumentando la sensibilità con una riduzione della capacità di resistenza alle malattie” inizia così l’opuscolo.

Gli attuali standard della produzione alimentare sono elevati e il sistema dei controlli ufficiali fornisce garanzie di rispetto dei requisiti. 

Tuttavia in gravidanza è bene escludere ogni rischio, per preservare al meglio il delicato e reciproco equilibrio di salute della madre e del nascituro.
Ma quali sono i principali pericoli?

Ecco qui di seguito un elenco:

Toxoplasmosi – infezione causata da un protozzo, toxoplasma gondii, che può risultare particolarmente grave se contratta dalla donna nel corso della gravidanza a causa della localizzazione a livello fetale con possibilità di aborto o l’insorgenza di danni che possono permanere dopo la nascita.

Listerosi – infezione causata da un batterio, listeria monocytogenes, in grado anche in questo caso di colpire il feto e causare aborto.

Salmonellosi – forma di tossinfezione alimentare causata dal consumo di alimenti contaminati da salmonelle; può essere pericolosa per il rialzo febbrile che se particolarmente elevato, può interferire con il decorso della gravidanza.

Contaminanti chimici – la contiminazione chimica degli alimenti in vendita si è notevomente ridotta negli ultimi anni; durante la gravidanza una certa attenzione deve essere posta nei confronti del metilmercurio, un inquinante che può essere presente, seppure in piccole quantità, nei pesci di grandi dimensioni (ad esempio: pesce spada, tonno, palombo) che si cibano di altri pesci accumulando la sostanza. Il consumo di pesce di piccole dimensioni, in particolare il pesce azzurro, è invece particolarmente consigliato per l’apporto di acidi grassi insaturi e Omega 3.

Quattro le regole da non dimenticare in ogni occasione e da adottare sempre:

LAVA: lavati sempre le mani prima e dopo aver maneggiato il cibo; pulisci gli utensili da cucina venuti a contatto con cibi crudi; lava sempre con acqua calda e sapone le superfici prima di preparare alimenti diversi e in ogni caso terminato il lavoro.

CUOCI: ricorda di cuocere bene carne e pesce e di riscaldare bene gli avanzi del pasto prima di consumarli.

COPRI: l’unico momento in cui il cibo deve essere scoperto è quando lo si mangia! Ricorda che cibi diversi (cotti e crudi) non dovrebbero mai venire a contatto con loro.

RAFFREDDA: conserva sempre gli alimenti in frigorifero dopo l’apertura. In frigo tieni separati i cibi cotti da quelli crudi.

Sicuramente molto dei nostri lettori queste nozioni le applicano quotidianamente, però non sempre sono così scontate.

L’essere informati, la giusta comunicazione, può aiutare a vivere meglio, e gli esperti del Ce.I.R.S.A. lo sanno, consigliamo a tutti di consultare questo sito, dove la regola non è creare allarmismi ma affrontare le allerte dando le giuste informazioni.

2014/07/02

Food Standard Agency "Non lavate il pollame prima di cuocerlo"


E’ notizia di pochi giorni fa, lanciata su Food24 da Fernanda Roggero, secondo cui la Food Standard Agency (FSA) inglese, ovvero l’ente del governo britannico che sovrintende alla sicurezza alimentare, avverte che non bisogna lavare il pollame prima di cuocerlo. Sempre secondo FSA si rischia la contaminazione da Campylobacter che può provocare diarrea, febbre, nausea, crampi addominali e brividi da freddo.

E noi di Forward ci siamo tolti il dubbio girando la stessa domanda al gruppo di Linkedin “Diritto Alimentare e Legislazione Veterinaria” a cui  ha gentilmente risposto Fabrizio De Stefani, Direttore Dipartimento Funzionale di Sanità Animale e Sicurezza Alimentare Aulss n. 4 del Veneto.
“Tutto il pollame infatti, è in genere contaminato superficialmente da una flora microbica piuttosto varia, che comprende non infrequentemente alcune specie patogene per l'uomo, quali il Campylobacter e le Salmonelle" racconta De Stefani.

"Basta quindi il semplice contatto delle carcasse con le superfici - ad esempio del frigorifero, dei piani di appoggio, dei taglieri, piuttosto che dei coltelli, dei forchettoni, delle forbici, ecc.- per far sì che l'"ambiente cucina" sia contaminato e diventi possibile fonte di malattie alimentari. Per evitare questo pericolo è necessario quindi limitare per quanto possibile i contatti, confinando la conservazione e la manipolazione del pollame fresco ad una ristretta area di lavoro e impiegando utensili ad uso esclusivo di questa lavorazione o che non saranno comunque riutilizzati per altre preparazioni prima di essere stati accuratamente lavati e disinfettati (basta un giro in lavastoviglie con della candeggina)".

"Ma, soprattutto, il pollame deve essere manipolato DOPO che sono state preparate tutte le altre pietanze da mangiare crude o che non saranno sottoposte a cottura.Vietatissimo quindi preparare le verdure, affettare il pane, i formaggi o i salumi, dove si è prima pastrugnato con il pollo o il tacchino o, ancor peggio, riutilizzare gli stessi taglieri e utensili".

Una semplice regola di igiene domestica prevede quindi che nell'accingersi a preparare un pranzo o una cena composta da più pietanze si inizi da quelle con gli ingredienti da consumare crudi o tal quali, per poi continuare, per chi vuole, con le carni (o il pesce) in base al diverso livello di contaminazione potenziale e che a grandi linee può essere così individuato: 
- quasi nullo nei grandi tagli di carne magra bovina, equina e ovi-caprina;
- maggiore nei tagli magri di maiale;
- ancor più alto per il pollame e per gli insaccati da cuocere (salsicce, cotechini, ecc.).

"È bene ricordarsi, infine, di lasciare la cucina pulita - in inglese si direbbe CLAYGO, acronimo di Clean As You Go - una cucina lasciata sporca, con il lavello ricolmo di stoviglie è un meraviglioso luna park in cui i microbi faranno una gran festa e si moltiplicheranno all'inverosimile finché non ci si deciderà a ripulire tutto! Meglio ricordarsene, ne va della salute di tutta la famiglia e dei malcapitati ospiti che si è eventualmente osato invitare a casa propria. E se proprio non ci si riesce meglio andare tutti in pizzeria” conclude De Stefani.

Forward premia i dipendenti volenterosi

"I volenterosi in Forward vengono sempre premiati" afferma Franco Carpani (Ceo Forward).



L'idea è partita proprio da Carpani, ovvero premiare coloro che sono disponibili a uscire "dagli schemi e lavorare anche al sabato, andando oltre alla configurazione storica di rilevazioni prezzi fatta dal lunedì al venerdì" continua Carpani.

"Capita a volte che, per esigenze lavorative, sia necessario lavorare 6 giorni su 7".

Così è nata l'idea: "Ho detto ai miei rilevatori che mi avevano dato la disponibilità di lavorare un sabato mattina prestabilito, di giocare un numero sulla ruota di Torino. Vinceva chi giocava il numero più vicino al primo numero estratto nella stessa data sulla ruota di Torino".

E così, a vincere su una trentina di persone e in due distinti sabati, sono state Roberta e Flavia , che si sono rispettivamente portate a casa un Boscolo Gift, uno white destinazione Italia e l'altro black destinazione Parigi.

Complimenti ragazze da tutta la Forward.   


2014/06/11

La Unión Europea sugiere la exención de la fecha de duración minima por pasta, arroz y café


Coldiretti y varios medios de comunicación nacional están difundiendo la noticia de que, durante la reunión del Consejo de Agricultura, las delegaciones de Países Bajos y Suecia, apoyados por Austria, Alemania y Luxemburgo, han pedido la exención de la obligación de indicar sobre las etiquetas la fecha de duración minima “consumir preferentemente antes de/del fin de”  por productos como pasta, arroz y café, a través de la ampliación del anexo X del reglamento UE 1169/2011.

"Con la eliminación de la “fecha de caducidad” la Unión Europea corta la calidad de la comida que se vende en Europa» se lee en el sitio web de Coldiretti  «que al correr del tiempo pierde sus propias peculiaridades nutritivas en términos de contenido de vitaminas, antioxidantes y polifenoles, que mejoran la salud, y las propiedades organolépticas, de fragrancia y sabor que nos hacen amar la buena mesa".

Vito Rubino
"Es importante precisar que no estamos hablando de eliminación de la fecha de caducidad sobre las etiquetas, sino de la fecha de duración minima", afirma el Abogado Vito Rubino , ayudante en la Universidad de Alessandria."La diferencia es fundamental, a pesar de que en algunos títulos se lee cierta confusión. La fecha de caducidad indica el término obligatorio dentro del que el producto tiene que ser consumido, porque sus características lo vuelven peligroso después de esa fecha. Es el caso de los productos frescos microbiologicamente inestables, por los cuales se prescribe la eliminación después de su fecha de caducidad. La fecha de duración minima, identificada con "consumir PREFERENTEMENTE antes de/del fin de....." garantiza que aquél alimento por cierto conservará hasta aquella fecha sus calidades organolépticas, sus características nutritivas etc. Después de esa fecha la responsabilidad del consumo pasa al comprador, que podrá calcular las consecuencias según el caso. De todas maneras, es mejor recordar que estamos hablando de productos por los cuales la superación de la fecha indicada en la etiqueta no significa riesgo alimentario. Por eso tenemos que subrayar la importancia de lanzar al mercado alimentos seguros, como contemplado por la ley (Art.14 del reglamento CE n.178/02).
"La propuesta nace de la constatación de la existencia de enormes derroches alimentarios derivantes, en muchos casos, de la confusión entre la fecha de caducidad y la fecha de duración minima que lleva el consumidor más sensible a desechar muchos productos perfectamente comestibles. Los negociantes mismos encuentran muchas dificultades, porque según la ley aquellos productos se parecen a “basura” y tienen que ser eliminados, mientras que podrían ser utilizados de manera alternativa para permitir cierta valorización. Pensamos al caso en Grecia: la crisis económica es tan fuerte que el Gobierno ha tenido que aprobar leyes que permiten la comercialización a precio reducido de productos preconfecionados con fecha de duración minima superada: de esa manera los segmentos de población que no tenían recursos suficientes para alimentarse, han podido acceder al mercado del los alimentos. Es verdad que sería importante informar al consumidor para que pueda “seleccionar” (por ejemplo imponendo la fecha de empaquetamiento en todos los productos) y para que limite las “elecciones de pulso” o “dictadas por el miedo”, nos dice Rubino.
Justamente los derroches “A mi juicio se trata de un asunto que debería discutirse a nivel nacional, no debería ser una decisión común en todos los miembros de la UE; sería importante analizar y resolver el problema según la sensibilidad de la población, el grado de conocimiento de la materia y las condiciones económicas en los diferentes contextos".

Fabrizio De Stefani
También hemos pedido una opinión sobre esta peliaguda cuestión a Fabrizio De Stefani Director del Departamento Funcional de Sanidad Animal y Seguridad Alimentaria en la Aulss n.4 - Veneto  "En el artículo de Coldiretti se hace erróneamente referencia al requisito de la fecha de caducidad por productos que, según la ley, se consideran “alimentos no perecederos” y por lo tanto sujetos a la indicación en etiqueta de la fecha de duración minima: “consumir preferentemente antes del/del fin de...”, que indica hasta cuándo el alimento guardará sus propiedades organolépticas si conservado de manera adecuada. Estos alimentos a partir del momento en el que aparecen sobre los estantes de los supermercados empiezan lentamente y progresivamente a perder sus características cualitativas. La fecha en la que se recomienda consumirlos tiene que ser entendida como la fecha en la que la calidad del producto corresponde más o menos al nivel mínimo que el productor quiere garantizar y que no representa un problema para la salud del consumidor".

"De hecho la continua mejora de los procesos de producción, del empaque y de los sistemas de preservación en el sector de la alimentación han adelantado la posibilidad de consumir, en toda seguridad, alimentos que siguen siendo de calidad y que difícilmente se dejarán languidecer sobre los estantes más allá del plazo de venta porque eso representaría un costo insostenible para cualquier operador del sector un poco perspicaz. Si informamos los consumidores sobre la edad del producto y las características cualitativas que pueden encontrar, no hay ninguna objeción a la compra a precio con descuento".

Se trata del intento, por parte de los Países del Norte de Europa, de cortar los derroches alimentarios que en la UE han alcanzado a la cantidad de 89 millones de toneladas de comida desperdiciada. De hecho con la crisis se ha producido un cambio de tendencia histórica  con casi tres de cada cuatro italianos (73%)  que han reducido  los derroches en 2013, según el estudio de Coldiretti/Ixé. Entre los que han reducido los derroches alimentarios el 80% hace las compras más sabiamente, el 37%  verifica con más cuidado la fecha de caducidad, el 26% ha reducido las dosis compradas y el 56% reutiliza lo que todavía no ha comido.  La tendencia a la reducción de los derroches – especifica Coldiretti – es quizás el único aspecto positivo de la crisis en una situación en la que cada persona en Italia ha desechado 76 kg de alimentos durante todo el año. Gracias a la crisis económica de hoy sólo el 36% de los italianos declara de atenerse estrictamente a la fecha de caducidad de los productos reservándose de evaluar de persona la calidad de los productos pasados de fecha antes de echarlos, según procesamiento de Coldiretti sobre los datos de Gfk Eurisko en que se indica también que sólo el 54% de los italianos verifica cada día lo que hay en el refrigerador y el 65% verifica una vez al mes lo que hay en la dispensa. 


En Europa, de acuerdo con la normativa vigente, tanto los productos «secos» como los «líquidos» pueden ser vehículos potenciales de intoxicación si el consumo no ocurre dentro de la fecha fijada por los laboratorios; en África o Asia, en cambio,  se puede tratar de bienes de lujo, o sea , de supervivencia, independentemente de la fecha de caducidad indicada en la etiqueta. Y también sobre esto se  funda la motivación ética que, junto con la économica, sería el fundamento de las futuras sanciones.