2013/12/03

C’è ancora differenza tra la denominazione di “discount” e di “supermercato”?

Se stiamo a guardare una breve rassegna pubblicitaria fatta in questi giorni, forse la risposta sarebbe NO.

ESSELUNGA propone, tramite volantino, la spesa con meno di 15 euro su 20 articoli per una spesa completa e quotidiana, LIDL invece ritira il premio “Retailer of the Year” promosso da Kiki Lab a Milano il 19 novembre e, sul proprio sito, parlando del nuovo riconoscimento ricevuto, si definisce “il nuovo supermercato n. 1 in Italia”.

Fa riflettere la risposta che Luca Burgazzoli, PR e Marketing Lidl Italia, dopo aver ritirato il premio Retailer of the year 2013, ha dato durante l’intervista con RetailWatch, durante la provocazione di approfondire il passaggio da discount a supermercato “E’ un grosso riconoscimento che ci viene direttamente dai clienti che fanno la spesa nei nostri negozi. Non so cosa vuol dire discount oggi, ma so bene cosa vuol dire Lidl Italia. Noi abbiamo tre parole da spendere: qualità, freschezza, italianità. A cui aggiungiamo convenienza, che avevamo anche nel passato. Se la domanda è: ci sentiamo un discount? Nei prezzi certamente si. E ci sentiamo Lidl Italia”.

La domanda sorge spontanea: oggi ha ancora senso segmentare ed interrogarsi sul mercato della distribuzione moderna secondo lo schema discount-supermercato-ipermercato?

Lo chiediamo a Franco Carpani di Forward, che da oltre 20 anni lavora a stretto contatto con i maggiori retails nazionali e internazionali.

L’elemento fondamentale è la situazione di prolungata crisi che ha di fatto provocato un profondo cambiamento nel comportamento d’acquisto del consumatore sia nelle modalità di utilizzo delle varie forme di punto di vendita, ma soprattutto nella capacità e/o disponibilità di spesa.

Il fatto che una grande catena della grande distribuzione quale ESSELUNGA abbia promosso una comunicazione come: “Esselunga per la convenienza – una spesa completa a meno di 15 euro” sta ad indicare che anche realtà che da sempre hanno avuto un’attenzione particolare ed un elemento di distintività puntando sulla qualità del proprio assortimento ed in particolare nei reparti freschi, si pongono il problema di rispondere alle esigenze non tanto dei consumatori che erano già totalmente o parzialmente frequentanti i “discount” ma di dare una soluzione di convenienza a tutti quelli che per ragioni strettamente economiche si trovano “obbligati” a trovare in questi articoli la risposta ai loro bisogni.

Probabilmente il prossimo futuro vedrà iniziative di marketing “meno puriste” (che a volte potrebbero sembrare errate) e più pragmatiche perlomeno fintanto che non ci sarà realmente quella ripresa che girando l’angolo ancora non si vede.

E’ interessante registrare il fenomeno per cui quelli che erano, fino ad oggi, definiti “discount” si stiano riposizionando con soluzioni più simili ai supermercati fino a decidere di chiamarsi effettivamente supermercati (basta vedere il sito della Lidl e il ringraziamento scritto da Lidl ai suoi clienti per aver vinto il premio "Retailer of the Year 2013" promosso da Kikilab) e supermercati “obbligati” a fare scelte da “discount”: nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma
”.



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