Prendendo spunto dalle vignette uscite sul New York Times a inizio 2014 con
oggetto la filiera italiana dell’Olio Extravergine d’Oliva, Forward (azienda di Servizi di Marketing e Studi Organizzativi) ha pensato di realizzare una ricerca su 16 punti vendita della Grande Distribuzione del Nord
Italia andando ad analizzare le etichette di 363
oli extra vergine d’oliva.
Le
notizie sono all’ordine del giorno, non da ultimo la scoperta di un nuovo caso
di Italian Sounding nel Regno Unito dove, con marchio Harrods, veniva venduto
un falso Igp toscano (pubblicato da “La Repubblica”).
La
Forward ha analizzando 363 oli extra vergine
d’oliva prendendo in considerazione le seguenti voci: barcode, articolo, brand,
tipo di olio di oliva (ex Dop, Igp, Bio), se ottenuto da olive, se ottenuto da
miscele e selezioni di oli, modalità di estrazione, provenienza olive (Italia,
U.E. o no U.E.); inoltre sono stati evidenziati gli oli con la dicitura 100%
prodotto italiano, messo in evidenza gli oli che riportano l’annata di
produzione in modo leggibile e chiaro e chi possiede il certificato Mipaaf.
Il primo elemento che spunta subito all'occhio è la scritta “olio di oliva di categoria superiore ottenuto direttamente da olive e unicamente mediante procedimenti meccanici” che compare su tutti gli oli extra vergine d'oliva analizzati.
Successivamente sono stati messi in evidenza gli oli extra vergine d’oliva Dop, Igp e Bio che su un totale di 363 oli rilevati sono pari al 33%.
Nel dettaglio:
-
n. 80 oli extra vergine d’oliva sono Dop.
Il 23,7% sono oli ottenuti da olive (di cui n. 17 oli sono olive italiane),
mentre il restante 60,3% degli oli derivano da oli ottenuti da
miscele/selezioni di oli d’oliva (specificato miscele di olive italiane); n. 41
oli Dop hanno la certificazione Mipaaf;
-
n. 17 oli extra vergine d’oliva Igp,
di cui il 23,5% ottenuti da olive (n. 3 oli ottenuti da olive italiane, n. 1
olio ottenuto da olive provenienti dalla U.E.); per n. 9 oli non è specificato
la provenienza; n. 5 Igp hanno la certificazione Mipaaf;
-
n. 23 oli extra vergine d’oliva Bio,
di cui n. 1 solo sia Bio che Dop preparato con olive italiane, il 39,1% degli
oli è ottenuto da olive italiane (n. 2 con miscele di oli di oliva italiani e n.
2 con miscele/selezioni di oli della U.E.), n. 1 con miscele di oli U.E. e no
U.E., per gli altri non è specificato se è ottenuto da olive o da miscele di
oli; n. 17 oli hanno la dicitura che provengono da agricoltura biologica e n. 4
oli hanno la certificazione Mipaaf.
A questo punto non rimane che dettagliare il restante 67% degli oli extra vergine. Anche in questo
caso sono stati suddivisi in:
-
oli extra vergine d’oliva di provenienza italiana
sono pari al 24,5% di cui n. 76 oli prodotti da olive, n. 3 da miscele di oli
extra vergine d’oliva e n. 10 non specificati;
-
oli extra
vergine d’oliva di provenienza europea sono pari al 26,7% di cui n. 91 oli prodotti
da miscele di oli extra vergine d’oliva, n. 2 da oli di olive e n. 4 non
specificati;
-
oli extra vergine d’oliva di provenienza No U.E.
sono pari allo 0,8%;
-
oli extra
vergine d’oliva di provenienza non specificata sono pari al 15,1%.
Per concludere la ricerca Forward ha voluto anche visionare il sito internet americano Oil Times.
Ottantaquattro
(84) produttori italiani sono citati su Oil Times, in maggioranza sono frantoi
legati ad agriturismi o ad aziende agricole, con marche non sempre riscontrate
nei supermercati.
Con gli Usa abbiamo in comune i seguenti oli extra vergine d’oliva: Frantoio Oleario Monterisi By Frantoio Oleario Monterisi s.r.l.; Frantoio Sant’Agata d’Onelia; Monini; Turri; Frantoio Santa Téa By Piero Gonnelli; Montalbano. Questo quanto dedotto dal sito Oil Times.
Forward mette a disposizione anche i dati dettagliati (i brand, i prodotti a marchio, ecc), basta registrasi sul sito www.forward-italia.com attraverso la finestra di dialogo chiamata "Area Documenti" (questo
il link dell’area http://www.forward-italia.com/it_IT/home/area_documenti) e richiedere ulteriore materiale.
Nessun commento:
Posta un commento