E’ notizia di pochi giorni fa, lanciata su Food24 da Fernanda Roggero,
secondo cui la Food Standard Agency (FSA) inglese, ovvero l’ente del
governo britannico che sovrintende alla sicurezza alimentare, avverte che non
bisogna lavare il pollame prima di cuocerlo. Sempre secondo FSA si rischia la
contaminazione da Campylobacter che può provocare diarrea, febbre, nausea,
crampi addominali e brividi da freddo.
E noi di Forward ci siamo
tolti il dubbio girando la stessa domanda al gruppo di Linkedin “Diritto
Alimentare e Legislazione Veterinaria” a cui ha gentilmente risposto Fabrizio
De Stefani, Direttore Dipartimento Funzionale di Sanità
Animale e Sicurezza Alimentare Aulss n. 4 del Veneto.
“Tutto il pollame infatti, è in genere contaminato
superficialmente da una flora microbica piuttosto varia, che comprende non
infrequentemente alcune specie patogene per l'uomo, quali il Campylobacter e le
Salmonelle" racconta De Stefani.
"Basta quindi il semplice contatto delle carcasse con le
superfici - ad esempio del frigorifero, dei piani di appoggio, dei
taglieri, piuttosto che dei coltelli, dei forchettoni, delle forbici, ecc.- per
far sì che l'"ambiente cucina" sia contaminato e diventi possibile
fonte di malattie alimentari. Per evitare questo pericolo è necessario quindi
limitare per quanto possibile i contatti, confinando la conservazione e la
manipolazione del pollame fresco ad una ristretta area di lavoro e impiegando
utensili ad uso esclusivo di questa lavorazione o che non saranno comunque
riutilizzati per altre preparazioni prima di essere stati accuratamente lavati
e disinfettati (basta un giro in lavastoviglie con della candeggina)".
"Ma,
soprattutto, il pollame deve essere manipolato DOPO che sono state preparate
tutte le altre pietanze da mangiare crude o che non saranno sottoposte a
cottura.Vietatissimo quindi preparare le verdure, affettare il pane, i formaggi
o i salumi, dove si è prima pastrugnato con il pollo o il tacchino o, ancor
peggio, riutilizzare gli stessi taglieri e utensili".
Una semplice regola di igiene domestica prevede quindi che
nell'accingersi a preparare un pranzo o una cena composta da più pietanze si
inizi da quelle con gli ingredienti da consumare crudi o tal quali, per poi
continuare, per chi vuole, con le carni (o il pesce) in base al diverso livello
di contaminazione potenziale e che a grandi linee può essere così
individuato:
- quasi nullo nei grandi tagli di carne magra bovina, equina e
ovi-caprina;
- maggiore nei tagli magri di maiale;
- ancor più alto per il pollame e per gli insaccati da cuocere
(salsicce, cotechini, ecc.).
"È bene ricordarsi, infine, di lasciare la cucina pulita
- in inglese si direbbe CLAYGO, acronimo di Clean As You Go - una
cucina lasciata sporca, con il lavello ricolmo di stoviglie è un meraviglioso
luna park in cui i microbi faranno una gran festa e si moltiplicheranno
all'inverosimile finché non ci si deciderà a ripulire tutto! Meglio
ricordarsene, ne va della salute di tutta la famiglia e dei malcapitati ospiti
che si è eventualmente osato invitare a casa propria. E se proprio non ci si
riesce meglio andare tutti in pizzeria” conclude De Stefani.
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