2014/07/02

Food Standard Agency "Non lavate il pollame prima di cuocerlo"


E’ notizia di pochi giorni fa, lanciata su Food24 da Fernanda Roggero, secondo cui la Food Standard Agency (FSA) inglese, ovvero l’ente del governo britannico che sovrintende alla sicurezza alimentare, avverte che non bisogna lavare il pollame prima di cuocerlo. Sempre secondo FSA si rischia la contaminazione da Campylobacter che può provocare diarrea, febbre, nausea, crampi addominali e brividi da freddo.

E noi di Forward ci siamo tolti il dubbio girando la stessa domanda al gruppo di Linkedin “Diritto Alimentare e Legislazione Veterinaria” a cui  ha gentilmente risposto Fabrizio De Stefani, Direttore Dipartimento Funzionale di Sanità Animale e Sicurezza Alimentare Aulss n. 4 del Veneto.
“Tutto il pollame infatti, è in genere contaminato superficialmente da una flora microbica piuttosto varia, che comprende non infrequentemente alcune specie patogene per l'uomo, quali il Campylobacter e le Salmonelle" racconta De Stefani.

"Basta quindi il semplice contatto delle carcasse con le superfici - ad esempio del frigorifero, dei piani di appoggio, dei taglieri, piuttosto che dei coltelli, dei forchettoni, delle forbici, ecc.- per far sì che l'"ambiente cucina" sia contaminato e diventi possibile fonte di malattie alimentari. Per evitare questo pericolo è necessario quindi limitare per quanto possibile i contatti, confinando la conservazione e la manipolazione del pollame fresco ad una ristretta area di lavoro e impiegando utensili ad uso esclusivo di questa lavorazione o che non saranno comunque riutilizzati per altre preparazioni prima di essere stati accuratamente lavati e disinfettati (basta un giro in lavastoviglie con della candeggina)".

"Ma, soprattutto, il pollame deve essere manipolato DOPO che sono state preparate tutte le altre pietanze da mangiare crude o che non saranno sottoposte a cottura.Vietatissimo quindi preparare le verdure, affettare il pane, i formaggi o i salumi, dove si è prima pastrugnato con il pollo o il tacchino o, ancor peggio, riutilizzare gli stessi taglieri e utensili".

Una semplice regola di igiene domestica prevede quindi che nell'accingersi a preparare un pranzo o una cena composta da più pietanze si inizi da quelle con gli ingredienti da consumare crudi o tal quali, per poi continuare, per chi vuole, con le carni (o il pesce) in base al diverso livello di contaminazione potenziale e che a grandi linee può essere così individuato: 
- quasi nullo nei grandi tagli di carne magra bovina, equina e ovi-caprina;
- maggiore nei tagli magri di maiale;
- ancor più alto per il pollame e per gli insaccati da cuocere (salsicce, cotechini, ecc.).

"È bene ricordarsi, infine, di lasciare la cucina pulita - in inglese si direbbe CLAYGO, acronimo di Clean As You Go - una cucina lasciata sporca, con il lavello ricolmo di stoviglie è un meraviglioso luna park in cui i microbi faranno una gran festa e si moltiplicheranno all'inverosimile finché non ci si deciderà a ripulire tutto! Meglio ricordarsene, ne va della salute di tutta la famiglia e dei malcapitati ospiti che si è eventualmente osato invitare a casa propria. E se proprio non ci si riesce meglio andare tutti in pizzeria” conclude De Stefani.

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