2014/01/16

Non più Private Label ma Marca del Distributore




Mercoledì 15 gennaio, all’apertura dei lavori del primo workshop di Marca by BolognaFiere 2014, Sergio Cassingena (Vice Presidente ADM –Associazione della Distribuzione Moderna) ha voluto sottolineare che i prodotti a marchio non verranno più chiamati Private Label ma  Marca Del Distributore (MDD).  

Fin da subito i numeri parlano chiaro: Guido Cristini (Ordinario di Marketing dell’Università di Parma) sottolinea che l’indotto industriale è di 1.200 imprese copacker italiane, il 77% sono Piccole Medie Imprese, per un totale di 35.000 dipendenti e 7,2 miliardi di euro realizzati con la MDD. Oltre 9 italiani su 10 acquistano prodotti a marchio, tre sono i fattori di scelta della marca del distributore: dimensioni qualificanti (qualità intrinseca, convenienza, sicurezza), dimensioni di consolidamento (qualità percepita, varietà, etica), dimensioni differenzianti esclusive (immagine, innovazione, emozione).


 


La parola passa quindi a Francesco Pugliese Presidente ADM (Associazione della Distribuzione Moderna).
Pugliese è dell’idea che i prodotti della Marca del Distributore sono in linea con quello che la gente richiede. “La marca è la vera alternativa di convenienza in questo periodo di difficoltà; sono gli unici prodotti dove si conosce qual è il valore del prodotto e qual è il prezzo” afferma “Nel tempo il consumatore è cambiato, ci troviamo di fronte ad un cittadino autodeterminato ed informato, sa di che cosa ha bisogno e, se non si è capaci di dargli quello di cui ha bisogno, cambia punto di vendita”. Però il tema più comune rimane sempre lo stesso: se non si riduce la pressione fiscale sia per l’industria che per il consumatore non potrà aumentare il potere d’acquisto.

Luigi Bordoni (Presidente di Centromarca) riflette su quello che sta succedendo e su quello che è successo recentemente. Indubbiamente la marca del distributore sta crescendo, anche se i livelli restano inferiori rispetto agli altri paesi europei; ma il prodotto di marca resta comunque un punto di riferimento. Dopo alcune leggere provocazioni da parte di Pugliese, Bordoni mette in guardia sulle forti competizioni che stanno nascendo e che vanno oltre alla marca commerciale o alla marca industriale. “Se non riusciamo insieme ad essere attrattivi per quello che siamo, noi saremo sorpassati” conclude.

Giuseppe Roma (Direttore Generale Censis) evidenzia che l'incertezza politica non fa spendere anche chi potrebbe, questo a partire da settembre 2013. La grande famiglia (ormai composta da 8 unità) compra i prodotti MDD e stanno crescendo i singoli (gli anziani, non i giovani) mentre le famiglie attive sono quelle con una fascia di età tra 35 e 44 anni, e il ceto è quello medio (anche se stanno aumentando gli acquisti per le famiglie di fascia più bassa).

Francesco Daveri (Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Parma) conclude ribadendo che per aumentare i consumi bisognerebbe ridurre le imposte, tagliare la spesa pubblica e dare indietro ai consumatori i soldi tramite le tasse. Semplificare l’Imu e l’Ici perché la semplicità mantiene le famiglie più sicure. Nella sua previsione la quota di mercato nazionale della MDD continuerà a crescere di un punto di percentuale all’anno; facendo una proiezione fino al 2020 potrebbe salire fino del 26% (ma secondo Pugliese il 26% arriverà prima del 2020).

Una cosa è certa, la fotografia a distanza di un anno rimane sempre la stessa: il consumatore mira al risparmio, è attento ed è competente (grazie alla tecnologia e all'uso crescente di internet). Il consumatore oggi sente di avere forza quindi no alle fregature ma sì alla trasparenza e alla competenza.

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